La tregua fiscale terminerà il 31 agosto

I pagamenti delle cartelle esattoriali riprendono dal 1° settembre 2021 e per i debitori e sarà un conto molto salato. Quali alternative?

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E’ da diverso tempo che la riscossione delle cartelle è sospesa. Le rate accumulate potrebbero arrivare fino a 18, con evidenti problemi per la liquidità dei contribuenti. Si stima una cifra di circa 900 milioni di euro di gettito complessivo per l’Erario e 35 milioni di comunicazioni inviate in maniera scadenzata. 

Per molti sarà davvero impossibile pagare tutto insieme e quindi il Governo sta definendo delle misure per  ritornare gradualmente alla normalità.

Per le misure fiscali di saldo e stralcio e rottamazione la data di scadenza è già il 31 agosto 2021. Le rate successive sono da versare entro il 30 settembre e 31 ottobre.

Si ricorda che l’attività di notifica degli atti è sospesa dall’8 marzo 2020, come previsto dal decreto “Cura Italia”, primo provvedimento preso in seguito all’emergenza sanitaria.

Il Governo ha scelto a fine giugno di continuare a rinviare notifiche e pignoramenti presso terzi, viste le difficoltà tuttora presenti per cittadini e imprese, ma ora la tregua è terminata. 

Cartelle fiscali e pignoramenti presso terzi riprenderanno il 1° settembre

Con il decreto n.99 del 2021, ovvero il Decreto Lavoro, il Governo ha prorogato fino al 31 agosto 2021 il periodo di sospensione delle cartelle esattoriali, degli avvisi e di tutti gli altri atti di competenza dell’Agenzia Entrate Riscossione. 

Sospesi anche i pignoramenti, ma solo quelli effettuati presso terzi ed eseguiti prima del 19 maggio 2021. La sospensione vale su stipendi, salari, altre indennità relative al rapporto di lavoro o impiego, nonché a titolo di pensioni e trattamenti assimilati. 

Dal 1° settembre 2021, riprenderanno a operare gli obblighi imposti al debitore e riprenderanno anche i pignoramenti.

L’Agenzia Entrate Riscossione può pignorare ad esempio il conto corrente, che risulta bloccato fino al saldo dell’importo dovuto.
Soluzione veloce, anche se non definitiva, è la rateizzazione del pagamento, così dopo aver saldato la prima tranche il conto risulta nuovamente sbloccato.

Il pignoramento però può anche riguardare lo stipendio, la pensione o addirittura la casa.
Solo la prima ed unica casa di residenza del debitore non può essere pignorata dall’Agenzia Entrate Riscossione, ma devono essere rispettate alcune condizioni, ovvero deve essere una casa ad uso abitativo, non di pregio e il debitore deve risiedervi. In tutti gli altri casi il pignoramento può avvenire.
Il fatto che la casa non possa essere pignorata, non esclude che possa essere ipotecata, ma il debito deve superare i 20mila euro. 

E’ molto importante studiare il caso specifico. Ogni situazione è infatti unica. La scelta della strada più vantaggiosa per il debitore può essere correttamente orientata soltanto grazie all’aiuto di professionisti preparati. Noi di Ri.Analisi siamo tra i primi in Italia ad aver approfondito le procedure di sovraindebitamento ed esdebitazione.

Rottamazione cartelle: tutte le novità

Nessuna sospensione sulle rate della pace fiscale scadute nel 2021. Il calendario non cambia e il termine ultimo per pagare è il 30 novembre, a meno che non vengano approvate ulteriori modifiche prima della conversione in legge del decreto Sostegni bis.
Rimangono comunque i 5 giorni di tolleranza previsti per legge e quindi l’effettiva scadenza sarà il 6 dicembre 2021.

Chi non rispetta i termini perde il diritto all’agevolazione e vengono ristabilite le normali procedure.

Per quanto riguarda le rate scadute nel 2020, in sede di conversione del Decreto Sostegni bis, è stato approvato un emendamento che prevede la rimodulazione dei termini di versamento.

Elenchiamo di seguito le scadenze programmate:

  • 31 luglio 2021: pagamento delle rate scadute il 28 febbraio 2020 e il 31 marzo 2020;
  • 31 agosto 2021: pagamento delle rate scadute al 31 maggio 2020;
  • 30 settembre 2021: pagamento delle rate scadute al 31 luglio 2020;
  • 31 ottobre 2021: pagamento delle rate scadute al 30 novembre 2020;
  • 30 novembre 2021: termine ultimo per pagare tutte le rate scadute.

Condono fiscale: la cancellazione delle cartelle entro i 5.000 euro

In merito al condono fiscale introdotto dalla Legge di conversione del Decreto Sostegni, abbiamo dedicato un approfondimento su come sia possibile cancellare i debiti con il Fisco fino a 5.000 euro.

Il Legislatore ha voluto favorire espressamente i contribuenti maggiormente colpiti dalla crisi economica dell’ultimo decennio.

In sintesi potranno beneficiare di questo “condono” i contribuenti che:

  • hanno ricevuto cartelle esattoriali tra il 2000 e il 2010 e con importi fino a 5 mila euro;
  • hanno avuto nel 2019 un reddito inferiore a 30 mila euro;
  • sono in regola con tutti i versamenti dell’anno 2019.

Il condono è automatico e per verificare se il proprio debito è stato effettivamente cancellato l’Agenzia Entrate Riscossione ha messo a disposizione un software online.

La soluzione per dimezzare o cancellare i debiti

La Legge 3/2012

Tra le possibilità che vengono date a contribuenti e piccole imprese non fallibili di ridimensionare i propri debiti è importante ricordare che c’è una reale soluzione: la Legge 3/2012, o del sovraindebitamento. 

Grazie a questa legge, infatti, il debitore può pagare i propri debiti, anche quelli con il Fisco, in base alle sue effettive possibilità.

Nella maggior parte dei casi, questa alternativa è la vera soluzione, poiché consente al debitore di risolvere tutti i debiti, non solo quelli verso l’Erario o l’INPS, ma anche quelle verso banche, finanziarie, fornitori.

Una volta verificati i presupposti di legge, si può ottenere l’esdebitazione, ovvero la cancellazione dei debiti che non è stato possibile soddisfare per mancanza di reddito e/o patrimonio adeguato.

Rivolgiti ai nostri consulenti, specializzati nella gestione del debito. Contattaci ora.

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DATA PUBBLICAZIONE:
15 Luglio 2021