Recupero crediti: come funziona e cosa può fare il debitore

Le agenzie di recupero crediti offrono assistenza al creditore insoddisfatto, ma esistono regole e limiti che non sempre sono rispettati. Facciamo luce su alcune domande frequenti per chiarire cosa può fare il debitore.

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Cos’è e cosa può fare il recupero crediti?

L’obiettivo dell’attività di recupero crediti è essenzialmente quello di trasformare un credito impagato in un incasso. Esistono strumenti previsti dalla legge per poter ottenere questo risultato, ma spesso vengono anche attuate misure non consentite e a cui il debitore può opporsi.

E’ bene precisare che il creditore ha tutto il diritto di vedere ripagato il proprio credito, concesso in base ad un accordo o un contratto con il debitore, ed esempio un prestito o un mutuo.

Il debitore è obbligato a versare la somma concessa dal creditore e il debito rimane fino a quando il creditore non è soddisfatto.

Ovviamente esistono diverse cause del mancato pagamento da parte del debitore, non sempre dipendenti da una sua mancanza o scorrettezza. Il mancato pagamento da parte dei clienti, la crisi economica, la perdita del lavoro oppure un imprevisto dovuto a motivi di salute sono tutti fattori che causano il ritardo del pagamento.

Una gestione corretta da parte della società di recupero crediti prevede la tutela degli interessi del creditore, instaurando un dialogo costruttivo con la controparte e giungendo ad un accordo che possa gradire ad entrambi.

Le principali attività di recupero sono di due tipologie: il recupero stragiudiziale e il recupero giudiziale.

1. Il recupero stragiudiziale

Si tratta dell’attività vera e propria delle agenzie di recupero crediti e riguarda azioni che non prevedono una causa giudiziale, consigliate quando la sofferenza del debitore è provvisoria e dovuta ad una situazione di crisi risolvibile.

Le attività che fanno riferimento al recupero stragiudiziale sono:

  • Diffida
  • Sollecito di pagamento
  • Messa in mora
  • Lettera di recupero crediti
  • Trattativa stragiudiziale
  • Transazione

2. Il recupero giudiziale

Consiste nell’apertura di una causa giudiziale e avviene quando il debitore si trova in una situazione di sovraindebitamento o non può avere le somme necessarie a ripagare il debito. Il creditore si vede quindi costretto ad agire legalmente per recuperare il credito insoluto.

Il recupero giudiziale prevede azioni che richiedono l’intervento di un avvocato, non più dell’agenzia di recupero crediti, e sono:

  • Intimazione di pagamento
  • Decreto Ingiuntivo
  • Precetto
  • Pignoramento mobiliare
  • Pignoramento presso terzi
  • Pignoramento immobiliare

Cosa non può fare il recupero crediti?

Le società di recupero crediti non possono minacciare pignoramenti o ricorrere ad ufficiali giudiziari, perché questi interventi richiedono un titolo esecutivo (come in caso di cambiali o assegni) o la sentenza di un giudice.

Normalmente la società di recupero crediti agisce con diffide scritte o solleciti telefonici, che però non devono arrivare allo stalking.

Se l’incaricato si presenta a casa del debitore, questi non è tenuto ad aprire e in caso di dichiarazioni false, potrebbe essere avviata una denuncia per violazione di domicilio.

Di seguito elenchiamo alcuni comportamenti non ammissibili da parte delle società di recupero crediti.

Segnalazioni alla CRIF

Se vi chiama un incaricato al recupero crediti, molto probabilmente siete già segnalati come cattivi pagatori e quindi la minaccia di segnalarvi alla CRIF, Centrale Rischi di Intermediazione Finanziaria, è infondata.

Queste segnalazioni possono essere avviate solo da Finanziarie o Banche, che inviano alla Centrale Rischi una comunicazione scritta a mezzo raccomandata. 

Violazioni della privacy

La dignità personale non può essere violata o lesa. Quindi i solleciti di pagamento devono essere sempre rivolti direttamente al debitore e non ad altri soggetti, come familiari, colleghi di lavoro o vicini di casa.

Per lo stesso motivo non sono ammesse telefonate preregistrate o l'affissione di avvisi di mora sulla porta di casa e nemmeno l'utilizzo di cartoline postali o plichi con indicati in evidenza dati su "recupero crediti" o simili.

Gli incaricati delle società devono usare solo i dati necessari alle loro attività, quindi dati anagrafici, ammontare del credito ed eventuali recapiti telefonici.

Stalking

Lo stalking è un vero e proprio reato e si verifica quando un soggetto si dimostra molesto e insistente nel voler ottenere il proprio scopo a danno della vittima.

Il debitore non può essere contattato in orari irragionevoli, con frequenza superiore al dovuto e in luoghi inadeguati.

Gli incaricati del recupero crediti possono recarsi presso l’abitazione dell’interessato, ma non devono ledere la privacy e la dignità di quest’ultimo.

In ogni caso è diritto del debitore non aprire, rifiutarsi di comunicare ed eventualmente sporgere denuncia per stalking.

Raggiro e dichiarazioni false

Il credito richiesto deve essere esigibile, quindi deve essere provato.
Se viene richiesto un pagamento in mancanza di prove documentate, questo non è dovuto ed è sempre opportuno verificare l'intera documentazione.

Se l’incaricato del recupero crediti afferma che rischiate il carcere se non pagate è un falso, perché non pagare i debiti è un illecito civile e non penale, quindi non comporta il carcere.

Se invece minaccia il pignoramento dello stipendio o della casa, anche in questo caso molto spesso si tratta di una menzogna, che serve a intimidire il debitore e indurlo a pagare rapidamente.
Il creditore può avviare il pignoramento dei beni solo se è munito di titolo esecutivo, ma questo dovrà essere notificato al debitore, con l’atto di precetto. 

Quindi è necessario fare molta attenzione a dichiarazioni false perché sono illegittime e vanno denunciate al Garante della privacy o alla Procura della Repubblica.

Per approfondire, abbiamo trattato l'argomento  anche nell'articolo "Recupero crediti contro i debitori: come difendersi".

Cosa succede se non si paga la società di recupero crediti?

Di solito non è dovuto alcun pagamento se il creditore non è in possesso di un titolo esecutivo. Per ottenerlo spesso è necessario passare alla fase giudiziale, quindi fare riferimento ad un legale e non più alla società di recupero crediti.

Solo in caso di titolo esecutivo si può procedere ad esecuzione forzata o pignoramento.

Chiaramente è bene pagare i propri debiti, ma quando non si ha la possibilità di farlo, è necessario richiedere una consulenza qualificata come quella di Ri.Analisi, per evitare di pagare più del dovuto o essere inseguiti a vita dai propri creditori.

Il debitore deve prima di tutto richiedere una documentazione scritta, tramite comunicazione A/R, con tutti i dettagli della titolarità del credito vantato.

Proprio per questo, richiedere subito un parere a noi di Ri.Analisi, permette di avviare una trattativa di pari livello con la società recupero crediti e mantenere un rapporto professionale.

Quando un debito non è più esigibile e non è più dovuto il pagamento?

In base alla legge la prescrizione di un debito si verifica quando il pagamento non è più dovuto e quindi quel debito risulta estinto.

Dopo un determinato periodo di tempo, che in caso di debiti equivale a 10 anni, se il creditore non ha richiesto il rimborso al debitore, questi non avrà più l’obbligo di pagare e il debito cade in prescrizione.
Attenzione però che il termine di prescrizione è interrotto ogni volta che viene notificata una richiesta di pagamento.

Non tutti i debiti si prescrivono dopo 10 anni e quindi abbiamo durate inferiori in base al tipo di debito, come riassunto di seguito:

Prescrizione di 5 anni: per canoni di locazione, bollette per utenze domestiche, le rate dei mutui, le dichiarazioni dei redditi, Iva, i bollettini, le spese condominiali e le multe.

Prescrizione di 3 anni: per tasse automobilistiche e in alcuni casi per compensi dei professionisti o atti notarili.

Prescrizione di 1 anno: per rette scolastiche, abbonamenti a piscine, palestre e centri sportivi.

Come faccio a non pagare più i debiti?

Per uscire dalle situazioni di sovraindebitamento, anche di grossa portata, esiste la Legge 3/2012, utile proprio ad aiutare le persone che non hanno la possibilità di ripagare il proprio debito.

Grazie alla nostra esperienza, possiamo testimoniare che le società di recupero crediti sanno che, in caso di ricorso alla Legge 3/2012, non hanno più motivo di contattare il debitore e spesso sono molto disponibili a trovare un accordo tra le parti.

L’importante è affidarsi a professionisti esperti come noi di Ri.Analisi e non a consulenti improvvisati. Se siete in difficoltà, contattateci per una consulenza.

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DATA PUBBLICAZIONE:
28 Febbraio 2022