Crisi d’impresa e sovraindebitamento: estinto debito di 430.000 euro
Grazie alla liquidazione controllata un autotrasportatore ha potuto estinguere un debito di 430.000 euro.

Negli ultimi anni, le procedure di sovraindebitamento si sono rivelate uno strumento fondamentale per aiutare chi, come Maurizio, si è trovato in una spirale di debiti senza apparente via d’uscita. La sua storia è un esempio concreto di come, grazie al supporto di professionisti e alla possibilità offerta dalla legge, si possa tornare a vivere con dignità e serenità.
La situazione di Maurizio
Maurizio è un autotrasportatore friulano con grande determinazione e spirito imprenditoriale. Decide nel 2006 di mettersi in proprio, aprendo una ditta individuale specializzata nel trasporto merci per conto terzi. Inizia con pochi mezzi e tanto impegno, ma in breve tempo riesce a ritagliarsi uno spazio importante nel settore, grazie all’affidabilità del servizio, alla puntualità nelle consegne e alla crescente fiducia conquistata tra i clienti.
Il lavoro non manca e, nel giro di un anno e mezzo, l’impresa cresce in modo esponenziale: il parco mezzi si amplia e il numero di dipendenti supera rapidamente la decina, tutti regolarmente assunti. L’azienda non solo riesce a rispettare con puntualità tutte le scadenze fiscali e contributive, ma inizia anche a generare utili, consentendo a Maurizio di reinvestire costantemente nell’attività. In questa fase, il nostro titolare guarda al futuro con ottimismo, pianificando nuovi investimenti e pensando persino di espandere la propria attività oltre i confini regionali.
Tuttavia, il contesto economico globale subisce una svolta drammatica nel 2010, con l’arrivo della crisi finanziaria internazionale. I flussi di lavoro cominciano a rallentare, i pagamenti dai clienti diventano più lenti e le prime difficoltà di liquidità iniziano a manifestarsi. Per il nostro imprenditore, quello che fino a poco tempo prima sembrava un percorso di crescita solido e ben avviato, comincia a trasformarsi in una lotta quotidiana per mantenere in piedi l’attività e far fronte agli impegni assunti.
I motivi del suo sovraindebitamento
Dal 2010 la società individuale di Maurizio registra un progressivo calo degli incassi e questo porta ad una grave crisi di liquidità. Nel 2013 egli è costretto a ridurre il personale e a vendere parte dei mezzi aziendali per pagare stipendi e TFR.
La situazione peggiora ulteriormente e, negli anni successivi, deve licenziare tutti i dipendenti, affidandosi al sostegno economico dei genitori per affrontare le spese più urgenti.
Tra il 2017 e il 2019 il nostro imprenditore tenta di risollevarsi con una collaborazione a Padova e assume tre nuovi dipendenti, ma la mancata riscossione delle fatture da parte del partner commerciale lo costringe a ricorrere a linee di credito bancarie. Quando anche i pagamenti da parte della ditta committente si interrompono, la banca revoca gli affidamenti, aggravando ulteriormente la situazione.
Nel 2020, nel tentativo estremo di ripartire, Maurizio costituisce una SRL insieme al figlio, ma l’azienda sopravvive solo un mese.
In seguito, egli è costretto a chiudere la sua impresa individuale e a cancellare la partita IVA.
I debiti, tuttavia, restano: circa 430.000 euro verso l’Erario, INPS, fornitori e banca.
Come Ri.Analisi ha affrontato il sovraindebitamento di Maurizio
In un momento di forte sconforto e alla ricerca disperata di una soluzione, Maurizio si rivolge inizialmente a un’organizzazione con sede a Roma, che gli promette una definizione “rapida e definitiva” dei suoi debiti con l’Erario.
La proposta è allettante: estinguere l’intero debito fiscale versando soltanto 20.000 euro, una somma che, pur non facile da reperire, appare infinitamente più gestibile rispetto al debito complessivo. Tuttavia, dopo alcune settimane di contatti poco chiari e senza mai ricevere documentazione concreta o garanzie formali, il nostro imprenditore si rende conto che quella promessa era, purtroppo, solo un’illusione. Nessun piano reale, nessuna trattativa effettiva con i creditori, solo speranze infondate.
Deluso ma deciso a non arrendersi, inizia a cercare una soluzione realmente percorribile. È a questo punto che entra in contatto con noi di RI.Analisi, altamente specializzati nella consulenza e nella gestione delle situazioni di sovraindebitamento.
Dopo un primo colloquio conoscitivo, i nostri consulenti prendono in carico il caso con professionalità e attenzione, raccogliendo tutta la documentazione necessaria e ricostruendo in modo preciso l’intera vicenda economica del cliente, dalle origini dell’attività fino alla chiusura dell’impresa individuale.
Dall’analisi emerge un quadro complesso, ma anche la possibilità concreta di accedere alla procedura di liquidazione controllata, prevista dal Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza. I consulenti valutano che questa sia la soluzione più adatta, in quanto permette a Maurizio di mettere a disposizione dei creditori solo ciò che realmente possiede o è in grado di versare nel tempo.
La procedura, oltre a offrire una possibilità concreta di uscire dal debito in modo definitivo, ha anche il grande vantaggio di permettere al debitore di continuare a vivere dignitosamente, senza rinunciare alle risorse necessarie per mantenersi e per aiutare la sua famiglia.
Grazie alla liquidazione controllata, il nostro cliente potrà affrontare un percorso di tre anni, al termine del quale, se rispetterà gli impegni presi, potrà ottenere la cancellazione definitiva dei debiti residui.
La sentenza del Tribunale di Udine
Il 2 maggio 2024, il Tribunale di Udine dichiara aperta la procedura di liquidazione controllata.
Maurizio metterà a disposizione dei creditori:
- una parte del suo attuale reddito da lavoro come autotrasportatore dipendente;
- modeste disponibilità liquide;
- un’automobile di scarso valore;
- la partecipazione, ormai inattiva, nella SRL costituita nel 2020.
Il piano prevede che, al termine di tre anni, egli possa ottenere l’esdebitazione, ovvero la cancellazione definitiva dei debiti residui.
Qui sotto puoi scaricare la sentenza del Tribunale di Udine
Come risolvere definitivamente i debiti
Questa vicenda dimostra che, anche nei momenti più bui, esistono strumenti concreti per ricominciare. Grazie alla professionalità di Ri.Analisi e all’applicazione della normativa sul sovraindebitamento, Maurizio potrà finalmente uscire da una situazione che sembrava senza soluzione. Tra tre anni sarà libero dai suoi debiti e potrà guardare al futuro con maggiore serenità.
Senza la possibilità di accedere a una procedura concorsuale, il nostro cliente avrebbe dovuto affrontare da solo l’intero debito residuo, pari a circa 430.000 euro. Una somma insostenibile per un lavoratore dipendente con uno stipendio medio e numerose spese fisse (affitto, mantenimento dei figli, utenze).
I creditori – in particolare l’Erario, l’INPS e la Banca – avrebbero potuto avviare procedure esecutive come pignoramenti sullo stipendio, sul conto corrente e, se del caso, anche su beni mobili o diritti (come la quota societaria nella SRL). Questo avrebbe ulteriormente compromesso la sua già precaria situazione economica.
Senza l’esdebitazione prevista dalla procedura di liquidazione controllata, egli avrebbe portato avanti il peso dei suoi debiti per molti anni, forse per tutta la vita. Anche un piccolo miglioramento della sua condizione economica sarebbe stato assorbito immediatamente dai creditori, rendendo impossibile risparmiare o fare progetti a lungo termine.
Se hai bisogno di una consulenza o ti trovi in una situazione simile, contattaci ora.
Fissa un appuntamento nella tua regione per una consulenza gratuita o richiedi informazioni online senza impegno
RI.Blog
16 Maggio 2025