Soluzione sovraindebitamento a Gorizia: sanato debito di 160mila euro

Un dipendente pubblico ora in pensione, nostro cliente di Gorizia, ha potuto liberarsi dall’incubo dei debiti grazie alla liquidazione del patrimonio ex-Legge 3/2012.

placehold

Anche alle persone con una normale vita lavorativa può capitare di accumulare debiti che non sono più in grado di pagare. E’ il caso del nostro cliente Alessio, ex-dipendente pubblico di Gorizia, ora in pensione, che ha maturato negli anni 160 mila euro di debiti senza possibilità di farvi fronte.

Alessio ha sempre lavorato come dipendente pubblico e la sua retribuzione non è mai stata elevata. Anche la pensione che ora percepisce è insufficiente a fronteggiare le esigenze quotidiane.

È una situazione che purtroppo capita a molte persone e che si aggrava se sopraggiungono problemi di salute o crisi coniugali.

Le ragioni del sovraindebitamento di Alessio

Il nostro cliente Alessio si è sposato subito dopo aver trovato lavoro come dipendente pubblico. Ha vissuto serenamente i primi anni di matrimonio, soprattutto dopo la nascita dei figli.

Per far fronte a diverse spese dovute all’affitto della casa in cui viveva con la famiglia e alle esigenze dei bambini piccoli, Alessio ha fatto ricorso a diversi finanziamenti sotto forma di cessione del quinto.

Ad un certo punto sono iniziate le prime difficoltà e incomprensioni con la moglie. Non essendo il suo stipendio molto elevato, ha dovuto fronteggiare le spese di avvocati e psicologi ricorrendo ad ulteriori prestiti, fino a che è giunta la separazione.

Durante il matrimonio i finanziamenti venivano rimborsati anche grazie all’aiuto economico della moglie, che però dopo la separazione ha smesso di contribuire, nonostante i prestiti fossero stati accesi per esigenze della famiglia.

Il mutuo per una nuova abitazione e i problemi di salute

Dopo la separazione, Alessio ha deciso di acquistare un appartamento accendendo un mutuo ipotecario, che è riuscito a rimborsare soltanto per alcuni anni. Essendo da solo, Alessio ha dovuto acquistare tutto l’arredo, in quanto quello precedente è rimasto nella casa coniugale in uso alla moglie ed ai figli con lei conviventi.

Si sono poi aggiunti problemi di salute che hanno comportato un rilevante esborso soprattutto per visite specialistiche. Con i lunghi tempi di attesa del servizio pubblico, Alessio ha dovuto effettuare molte visite private, aggravando così il già precario equilibrio finanziario.

Recentemente è andato in pensione e il reddito è diminuito rispetto a quello percepito durante il periodo lavorativo.

Alessio si è così trovato nella condizione di non poter più versare le rate del mutuo né quelle dei finanziamenti. La situazione debitoria complessiva ammonta a 160.000 euro, di cui soltanto 1.500 sono riconducibili a tributi non versati, mentre la restante somma è interamente costituita da finanziamenti non rimborsati.

Un modo veloce di affrontare spese impreviste: la carta revolving

Dopo la separazione Alessio ha chiesto dei prestiti chirografari, ovvero con garanzia diretta, senza ipoteca e in genere di importi contenuti da rimborsare mensilmente.

Ha poi pensato di far fronte alle spese anche ricorrendo ad una carta revolving.

Cos’è una Carta Revolving?
Si tratta di una carta di credito che permette al titolare un pagamento dilazionato delle spese effettuate e il rimborso avviene in rate mensili. E’ in pratica una vera e propria carta di credito, ma anche un finanziamento, che può essere utilizzato per fare acquisti direttamente presso i rivenditori o per prelevare denaro contante.

Ad ogni utilizzo diminuisce il credito a disposizione, il quale si ricostituisce tramite il rimborso delle rate mensili. Ogni volta che, attraverso il pagamento delle rate, viene restituita la somma utilizzata, questa può essere nuovamente spesa con la carta e da qui deriva il nome revolving.

Questo tipo di carta sembra comoda e vantaggiosa, ma in realtà gli interessi continuano a maturare anche sulle piccole somme già utilizzate. Di conseguenza con il tempo diventa difficile distinguere tra le somme usate per sanare il finanziamento e le somme utilizzate per i pagamenti con la carta.

Molto spesso le persone non riescono più a rimborsare questo tipo di prestito. 

Una soluzione illusoria: il prestito di consolidamento

Per poter disporre di un minimo di liquidità, molte persone periodicamente accendono un nuovo prestito estinguendo quello precedente. E’ quello che ha fatto anche Alessio.

Questo stratagemma, definito prestito di consolidamento, permette di ottenere un unico e nuovo finanziamento che estingue i precedenti prestiti. E’ stato introdotto nel 2011 e può sostituire vari finanziamenti, anche con diversi istituti bancari.

I vantaggi sono:

  • riduzione del costo totale dell’indebitamento;
  • rata mensile unica e spesso di importo più basso;
  • tassi di interesse più favorevoli;
  • durata più lunga per rimborsare il finanziamento.

Con questo tipo di prestito si ha solo l’illusione di risolvere i propri debiti pregressi e di estinguerli. Ma le rate rimangono, anche se più basse e per un tempo maggiore. Quindi il debito accumulato non è realmente estinto e per questo motivo il prestito di consolidamento non è la soluzione per uscire definitivamente dai debiti.

La vera soluzione individuata da Ri.Analisi per il sovraindebitamento di Alessio

Alessio si è reso conto di trovarsi in condizione di sovraindebitamento, non avendo più disponibilità sufficienti a ripagare i propri creditori. Ha deciso quindi di rivolgersi a professionisti esperti per trovare la soluzione migliore alla propria condizione.

Cercando online un consulente che potesse indirizzarlo ad una soluzione definitiva, Alessio ha trovato il nostro sito RiAnalisi.it e dopo un primo contatto ed un incontro gratuito per comprendere se il suo caso fosse effettivamente risolvibile grazie alla Legge 3/2012, abbiamo potuto approfondire la sua situazione, raccogliendo tutta la documentazione necessaria a presentare la sua richiesta al Tribunale di Gorizia.

Il Giudice ha accolto il ricorso depositato ai sensi dell’art. 14 ter Legge 3/2012 ed ha aperto la liquidazione del patrimonio, tenendo conto delle spese mensili a carico di Alessio per il sostentamento suo e della famiglia.

La somma mensile che Alessio dovrà pagare è quindi minima e permetterà a lui di avere una disponibilità mensile di circa 1.000 euro, che verrà detratta dal suo attuale reddito.

La liquidazione dei beni per le persone fisiche

La procedura di liquidazione dei beni può essere utilizzata anche da persone fisiche in generale: i consumatori, o professionisti, o le piccole imprese non soggetti a fallimento.

È una delle tre modalità previste dalla legge 3/2012 per liberarsi dai debiti ed è possibile accedervi anche senza patrimonio o con un reddito esiguo.

Vi possono accedere tutti i soggetti che versano in condizione di sovraindebitamento, salve le condizioni di inammissibilità indicate all’art. 7 comma II° lett. a) e b) della legge 3/2012.

La liquidazione non può essere ritenuta dannosa per i creditori, i quali non potrebbero comunque soddisfare i propri diritti attraverso azioni esecutive individuali (in mancanza di beni da aggredire). Anzi, l’apertura della procedura di liquidazione potrebbe garantire una migliore soddisfazione dei creditori grazie, agli eventuali beni sopravvenuti o alle azioni recuperatorie che possono essere individuate dal liquidatore.

Grazie all’approvazione della liquidazione del patrimonio, Alessio ora è sereno, tutelato dalla procedura, durante la quale pagherà i creditori nei limiti delle proprie capacità reddituali e patrimoniali. Al termine otterrà l’esdebitazione, ovvero la cancellazione dei debiti che non è riuscito a pagare durante i quattro anni in cui rimarrà attiva la procedura.

Qui sotto trovi il decreto del Tribunale di Gorizia del 23/11/2021.

RI.Blog

DATA PUBBLICAZIONE:
29 Marzo 2022