Ex imprenditore risolve i problemi di debiti con il Fisco

Adriano, titolare di una impresa individuale fino al 2004, dopo diversi anni ha deciso di affidarsi a Ri.Analisi per risolvere un debito di oltre 170 mila euro con l’Agenzia delle Entrate.

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L'impresa individuale di Adriano e i fatti accaduti

Il caso del nostro cliente Adriano risale agli inizi del 2000 quando apre un’attività individuale nel settore turistico, come agente di viaggio. Dopo un avvio promettente, nel 2004 subisce una verifica fiscale nella quale l’Agenzia Entrate imputa redditi superiori a quelli dichiarati, con conseguente ricalcolo delle imposte dirette ed indirette ed applicazione di sanzioni ed interessi.

Come spesso accade, per mancanza di conoscenza delle procedure, o per cercare di risolvere più in fretta possibile la situazione, o anche perché non si è in grado di fornire prove della propria buona fede, chi subisce una verifica fiscale tende a non opporsi. Anche Adriano non presenta alcun ricorso e così gli importi scaturiti dall’accertamento divengono definitivi ed iscritti a ruolo. 

I motivi del sovraindebitamento di Adriano

Adriano, sfiduciato e nell’impossibilità di poter fronteggiare quanto richiesto dall’Agenzia delle Entrate, decide di abbandonare la sua attività e inizia a fare solo lavori saltuari.
Non presenta alcuna dichiarazione dei redditi per i periodi d’imposta compresi tra il 2004 e il 2019, perché svolge attività lavorativa saltuaria e non regolarizzata in alcuni Paesi extraeuropei o in Italia, maturando redditi di importo inferiore al minimo richiesto per la presentazione della dichiarazione.

La sua impresa individuale non viene chiusa per sua negligenza, e rimane attiva fino al febbraio 2020. Solo allora Adriano provvede alla cancellazione dell’impresa dal Registro presso la Camera di Commercio.
Da aprile a settembre del 2021 lavora come barista stagionale e nei periodi di disoccupazione percepisce l’indennità mensile NASPI.

Nel semestre di occupazione il suo reddito medio mensile è di circa 1.700 euro.
E’ evidente che una situazione reddituale così precaria non gli permette di ripagare completamente il debito maturato, anzi la condizione di sovraindebitamento diviene sempre più insostenibile, con il costante rischio di subire il pignoramento del conto corrente o della retribuzione. 

A causa di sanzioni e interessi, il debito cresce a dismisura fino a superare i 170.000 euro ed è allora che Adriano si rivolge a noi di Ri.Analisi.

Come abbiamo affrontato il caso

Abbiamo ricevuto Adriano nella nostra sede di Udine a febbraio 2021 e da un primo incontro gratuito in cui ci ha esposto la sua storia, abbiamo capito che avrebbe potuto accedere alla Legge 3/2012.

Il sovraindebitamento di Adriano deriva dall’impossibilità di pagare quanto richiesto dall’Agenzia delle Entrate e dal fatto che in poco tempo il debito è aumentato in modo incontrollabile.

Se, come in questo caso, si attende senza fare nulla, sperando che il debito svanisca da solo, la situazione è sicuramente destinata a peggiorare. E’ importante agire subito e trovare i giusti consulenti, che conoscano la legge e il nuovo Codice della Crisi (che aggiorna la precedente Legge 3/2012).

Dopo aver ricostruito interamente la situazione debitoria di Adriano, abbiamo raccolto tutta la documentazione necessaria a presentare la domanda di liquidazione dei beni, unica possibile soluzione per il suo caso, essendo i suoi beni molto limitati e il debito particolarmente elevato per le sue possibilità. Abbiamo quindi presentato l’istanza al Tribunale di Udine.

La sentenza di liquidazione dei beni del Tribunale di Udine

Il Tribunale di Udine, con il supporto dell’OCC individuato, ha esaminato la pratica da noi presentata e ha dato avvio alla liquidazione dei beni con la sentenza del 13 marzo 2022.

Sono elencati tutti i beni del cliente. Oltre allo stipendio di 1.700 euro nei mesi in cui ha un’occupazione, Adriano risulta comproprietario di appartamenti al mare per un valore stimato complessivo di € 51.525,00, un appartamento in città dove risiede, due auto di modesto valore complessivo di 900 euro e una somma di denaro di 3.000 euro sul conto postale.

Nella sentenza viene concessa ad Adriano la somma di 750 euro per il proprio sostentamento e il resto dei beni sarà destinato alla procedura.

Il giudice precisa che “per tutto il corso della liquidazione, non possono, sotto pena di nullità, essere iniziate o proseguite azioni cautelari o esecutive né acquistati diritti di prelazione sul patrimonio oggetto di liquidazione da parte dei creditori aventi titolo o causa anteriore al deposito del decreto”.

Qui sotto il decreto dd. 13/03/2022 del Tribunale di Udine.

La liquidazione controllata per risolvere i problemi di debiti

Lo scorso 15 luglio è entrato in vigore il D.Lgs 14/2019, il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, che ha parzialmente modificato le procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento della Legge 3/2012.

Con specifico riferimento alla procedura di liquidazione, che ora si definisce liquidazione controllata, le variazioni più rilevanti riguardano:

  • la durata: non più 4 anni bensì 3 anni dal provvedimento di apertura emesso dal Tribunale;
  • esdebitazione di diritto: non sarà più necessario avviare uno specifico procedimento per ottenere la cancellazione dei debiti non pagati, in quanto tale beneficio verrà riconosciuto, di diritto, dal Giudice attraverso il decreto con il quale viene dichiarata la chiusura della procedura liquidatoria.

La nuova liquidazione controllata è quindi più vantaggiosa per il soggetto sovraindebitato, sia in ragione della minor durata sia a motivo dell’automatismo con il quale è concesso il beneficio dell’esdebitazione. Puoi approfondirla nel nostro articolo dedicato alla liquidazione controllata.

Cosa fare nel caso di procedure già depositate prima di luglio 2022 e non ancora concluse?

Per tutte le procedure già in essere e precedenti alla riforma di luglio è necessario fare ancora riferimento alla disciplina contenuta nella Legge 3/2012, che non è stata abrogata ed è ancora valida.

Come nel caso qui descritto del nostro cliente Adriano, entro l’anno successivo alla chiusura della procedura di liquidazione, dovremo presentare uno specifico procedimento volto ad ottenere l’esdebitazione, cioè la cancellazione dei debiti residui che Adriano non è in grado di pagare. Solo così lui risulterà finalmente libero da ogni preoccupazione.

Debiti con il Fisco: cosa ti proponiamo

Se anche tu hai un’impresa individuale o eserciti una libera professione e hai debiti con il Fisco perché non sei riuscito a pagare quanto dovuto, puoi rivolgerti ai nostri esperti.

C’è una sola alternativa valida e legale per togliere i debiti con il Fisco: la normativa sul sovraindebitamento.
Qui puoi trovare un approfondimento che abbiamo dedicato proprio a questo argomento.

Ti proponiamo una soluzione specifica ascoltando la vicenda che hai affrontato.
Il primo incontro è gratuito e se accetti la nostra proposta, possiamo raccogliere tutta la documentazione necessaria e presentare l’istanza più opportuna al Tribunale del territorio in cui risiedi.

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DATA PUBBLICAZIONE:
10 Novembre 2022