Pignoramento dello stipendio: quando avviene e come bloccarlo

Per chi ha subito il pignoramento dello stipendio da parte di uno o più creditori ci sono diversi modi per tutelarsi. 

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A molte persone capita di maturare un debito nei confronti di uno o più creditori. Se non si riesce più a ripagare un debito, il creditore ha alcuni strumenti a sua disposizione per essere risarcito. Uno di questi strumenti è il pignoramento dello stipendio.

Rientra tra le procedure definite “pignoramento presso terzi”, in quanto il creditore non si rivolge direttamente al debitore, ma ad un “soggetto terzo” che ha in gestione i beni del debitore. Può essere l’istituto di credito, il datore di lavoro o il locatore del debitore.

Il pignoramento presso terzi è una procedura prevista dal Codice Civile e proprio il pignoramento dello stipendio è una pratica molto usata da parte del creditore per ricevere il pagamento dei debiti.

Ci sono comunque delle regole e dei limiti da rispettare. Vediamo qui sotto.

Come funziona il pignoramento dello stipendio in busta paga?

Come prima cosa è richiesto che il creditore sia in possesso di un documento ufficiale del tribunale competente. Il creditore deve quindi presentare prima un decreto ingiuntivo al pubblico ufficiale giudiziario e in mancanza di opposizione da parte del debitore, si procede con l’atto di pignoramento in due modalità:

  • pignoramento notificato al datore di lavoro: in questo caso la somma trattenuta è antecedente al versamento dello stipendio e il datore di lavoro tratterrà la somma definita;
  • pignoramento notificato all’istituto di credito di riferimento: è il caso in cui la somma trattenuta è successiva all’accredito della busta paga sul conto corrente.

Sarà quindi il tribunale competente a notificare la procedura al lavoratore e al datore di lavoro o all’istituto di credito, i quali hanno 10 giorni di tempo per comunicare al creditore il totale dello stipendio del debitore e definire la somma mensile da pignorare.

Il debitore e il soggetto terzo coinvolto devono comparire in un’udienza davanti a un tribunale civile che procede alla verifica dei crediti del debitore dichiarati e in caso di conferma, autorizza il pignoramento.

Chi può chiedere il pignoramento dello stipendio e con quali limiti?

A richiedere il pignoramento dello stipendio può essere:

  • un soggetto privato: l’importo trattenuto non può superare 1/5 dello stipendio netto del debitore;
  • l’Agenzia delle Entrate: in questo caso sono stabilite soglie differenti in base al totale dello stipendio percepito. L’importo pignorato è di 1/5 per stipendi superiori a 5.000€, mentre scende a 1/7 se lo stipendio va da 2.500 a 5.000 euro e se è inferiore a 2.500€ la quota pignorata è di 1/10.

Se si dovessero sommare più creditori, questi saranno risarciti progressivamente, in modo che rimanga al debitore almeno la metà dello stipendio, per permettergli di sostenere sé e la famiglia e garantirsi una vita dignitosa.

Si deve considerare che per calcolare il quinto dello stipendio sono escluse eventuali cessioni del quinto, che il debitore ha volontariamente aperto. Quindi, in caso di debiti, per bloccare cessioni del quinto e pignoramenti è sempre utile verificare se si può accedere alla legge sul sovraindebitamento e risolvere definitivamente il problema dei debiti.

C’è da notare inoltre che se il debitore perde il lavoro, si interrompe anche il pignoramento sul suo stipendio e il creditore dovrà ripetere la procedura in caso di assunzione presso altra azienda.

Esistono delle soglie di impignorabilità dello stipendio?

Non esiste una vera e propria soglia minima di impignorabilità dello stipendio, quindi anche importi piccoli possono essere pignorati.

C’è invece una soglia di impignorabilità sulle somme di redditi di lavoro dipendente depositate sul conto corrente. La legge ha disposto che non sono pignorabili le somme depositate sul conto pari a tre volte l’assegno sociale, quindi 1.509,81€ nel 2023. Il pignoramento in questo caso non potrà essere integrale, ma solo per le somme superiori a 1.509,81€.

Come ci si può tutelare dal pignoramento dello stipendio?

Nel momento in cui viene notificato il pignoramento dello stipendio, si può agire nei modi indicati qui sotto.

Opposizione al pignoramento

Entro 40 giorni dalla notifica del primo decreto ingiuntivo, il debitore può contestarlo al giudice che lo ha emesso. Se non c’è opposizione, il decreto ingiuntivo diventa titolo esecutivo, necessario per poter procedere con il pignoramento.

Quando il creditore ottiene il titolo esecutivo, che è l’atto di pignoramento, il debitore potrà opporsi depositando al giudice un atto di citazione in due modalità:

  • contesta il diritto del creditore a procedere, con l’opposizione all’esecuzione, se il pagamento è già avvenuto, se il credito è prescritto o se la somma non è calcolata correttamente.
  • evidenzia irregolarità nella procedura, con l’opposizione agli atti esecutivi, come ad esempio mancate notifiche.

Pagamento del debito e blocco del pignoramento

Se il debitore paga tutto il suo debito e le spese all’ufficiale giudiziario, ottiene il blocco del pignoramento e quindi paga quanto dovuto, anche se in ritardo.

Riduzione del debito e Saldo e stralcio

Può verificarsi che il valore dello stipendio pignorato sia superiore al credito dovuto più le spese. Il codice civile permette quindi una riduzione dell’importo pignorato.

Il modo più efficace e utile per una riduzione del debito è comunque il Saldo e Stralcio, ovvero un accordo tra debitore e creditore, che prevede la riduzione del debito a fronte di un pagamento immediato o a breve termine.

Grazie a questo accordo si evita il pignoramento e si ottiene anche l'estinzione del debito.

Ricorso alla legge sul sovraindebitamento e cancellazione del debito

Se il debitore ha maturato un debito elevato e non ha la possibilità di ripagare il creditore, l’unica alternativa sarà il ricorso alla legge sul sovraindebitamento, che blocca immediatamente ogni azione esecutiva e ogni pignoramento, permettendo una riduzione del debito e l'esdebitazione.

L’esdebitazione permette di far recuperare parzialmente ai creditori quanto da loro erogato e offre la possibilità al debitore di risolvere definitivamente la sua situazione in base alle sue possibilità, restituendogli una vita dignitosa.

In sintesi:

  • Il creditore recupera parzialmente le somme erogate.
  • Il debitore ha la possibilità di sanare i suoi debiti.
  • Eventuali debiti residui vengono cancellati.
  • Si richiede l’eliminazione della propria posizione dalle banche dati CRIF.

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DATA PUBBLICAZIONE:
15 Giugno 2023