Cosa succede se non si pagano i debiti

Accade a molte persone di non riuscire a saldare un debito con la propria banca, con un proprio fornitore o anche con il Fisco. Capiamo cosa succede se non si pagano i debiti, cosa si rischia e quali sono le possibili soluzioni.

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La maggior parte delle persone che ha contratto un debito desidera pagarlo e far fronte ai propri impegni, ma in situazioni di difficoltà economica questo non è sempre possibile. Sentiamo quotidianamente dichiarazioni di cittadini e imprese su quanto sia difficile pagare rate del mutuo, tasse o contributi INPS. 

Cosa si può fare quando non si riescono a pagare i debiti?
Affidarsi alla legge e a consulenti di fiducia, che non cerchino di approfittare di una situazione di difficoltà, è sicuramente indispensabile per non peggiorare la propria condizione.

Innanzitutto la normativa vigente non prevede che il mancato pagamento di un debito sia reato. E’ invece considerato un illecito civile e quindi soggetto a procedimenti giudiziari e sanzioni.
Il creditore, infatti, di solito aggredisce il patrimonio del debitore per ottenere quanto gli spetta. Vediamo di seguito le diverse situazioni che si possono presentare.

Quali sono le conseguenze se hai un debito e sei nullatenente?

Nullatenente è una persona che non ha beni di proprietà, ma giuridicamente il termine ha una valenza più ampia e quindi comprende anche chi possiede beni che risultano “impignorabili”.

In sintesi, è definito nullatenente chi:

  • non ha reddito da lavoro o ha una pensione minima non superiore a 672,76 euro;
  • ha una pensione di invalidità o un rimborso per risarcimento danni;
  • ha solo la prima casa di residenza o nessun immobile;
  • non ha beni mobili;
  • non ha autoveicoli, a meno che non li utilizzi per la propria professione;
  • non ha conto corrente o obbligazioni.

Chi rientra in questi parametri non è obbligato a pagare i propri debiti, perché sostanzialmente non ha la possibilità di farlo. 

Il debito però non è cancellato e se il debitore dovesse avere beni in futuro, questi saranno aggrediti.
Per tutta la vita quel soggetto sarà controllato e il debito ricadrà anche nei confronti dei suoi eredi, nel caso in cui accettino l’eredità.

Per evitare questo, la nuova legge sul sovraindebitamento dà la possibilità di cancellare completamente un debito esistente per chi è nullatenente.

Se sei nullatenente e hai accumulato debiti, puoi accedere alla procedura di esdebitazione dell'incapiente, come è successo alla nostra cliente Alina a cui sono stati cancellati oltre 360 mila euro di debiti.

Quando non pagare i debiti diventa reato?

Il mancato pagamento dei debiti non è reato penale, ma può capitare di incorrere in un vero e proprio reato, punito penalmente, se una persona commette atti in frode nei confronti dei suoi creditori, come ad esempio trasferisca o nasconda i propri beni allo scopo di ingannare i creditori e sottrarsi al pagamento, o contragga un debito in malafede

Il reato è definito “insolvenza fraudolenta” ed è punito anche con la reclusione fino a due anni.

Inoltre, se si commette il reato di insolvenza fraudolenta, oltre alle sanzioni penali si rischia di essere condannati al risarcimento dei danni subiti da parte del creditore.

Quando si viene segnalati come cattivi pagatori?

Una delle conseguenze del mancato pagamento di un debito, di una rata del mutuo o del prestito, è la segnalazione dell’istituto di credito o della finanziaria ai sistemi di informazione creditizia, ovvero ad archivi telematici a cui hanno accesso gli istituti di credito:

  • la Centrale Rischi Interbancaria, nota come CAI e gestita dalla Banca d’Italia;
  • i Sistemi di informazioni creditizie o SIC, tra i più noti ci sono ad esempio Crif o Expedian.

Essere inseriti in queste banche dati significa essere definiti come “cattivo pagatore” e questo comporta l’impossibilità di richiedere altri prestiti o finanziamenti. 

Si può procedere con la cancellazione di una segnalazione dalla “lista nera” dei pagatori, così da avere nuovamente la possibilità di accedere a dei prestiti. Puoi richiederci ora una consulenza per risolvere questo problema. 

Quando si paga dopo la scadenza: gli interessi di mora

Solitamente il creditore che non riceve il pagamento da parte del debitore procede con un primo sollecito di pagamento, quindi contatta il debitore e lo avvisa di regolarizzare la propria posizione al più presto.

Se il debitore decide di pagare risolverà la propria situazione, ma dovrà aggiungere gli interessi moratori dovuti al ritardo. La somma iniziale quindi sarà maggiorata dagli interessi che variano a seconda del contratto stipulato. 

Lo scopo degli interessi di mora è sanzionatorio, quindi si mira a disincentivare i ritardi di pagamento e si obbliga al rispetto delle scadenze dei prestiti. 

Nel caso in cui il creditore non ottenga risposta, può decidere di procedere con un vero e proprio decreto ingiuntivo.

Cos’è il decreto ingiuntivo e cosa comporta?

Il decreto ingiuntivo è l’atto con cui il giudice chiede al debitore il pagamento di una somma dovuta, è quindi un mezzo a disposizione del creditore per poter ottenere in tempi brevi quello di cui ha diritto. 

Per procedere con un decreto ingiuntivo è necessario che il creditore fornisca la prova scritta del credito fatto valere cioè un documento che autorizzi la procedura che porta infine all'esproprio forzato dei beni: polizze, contratti, assegni, cambiali.

Se il debitore, nonostante i solleciti, la messa in mora e l'attuazione della procedura esecutiva, continua a non pagare il suo debito, allora il creditore può mettere in atto i passaggi conclusivi che portano al pignoramento e all'espropriazione forzata vera e propria dei beni del soggetto insolvente.

Quando si rischia il pignoramento dei beni?

Il creditore che non riceve quanto dovuto entro i tempi previsti e dopo i vari passaggi che si concludono con il decreto ingiuntivo, può procedere al pignoramento dei beni del debitore e quindi può rivalersi su diversi beni, tra cui:

  • beni mobili,
  • beni immobili,
  • redditi da stipendio o pensione,
  • conti correnti.

Il pignoramento avvia l’iter di espropriazione forzata dei beni del debitore. 

L’atto di pignoramento è infatti un primo atto esecutivo, realizzato per poter vedere riconosciuto il diritto del creditore a recuperare le somme che gli spettano.

E’ utile sapere che in caso di difficoltà economica e accedendo alla legge sul sovraindebitamento è possibile bloccare qualunque azione esecutiva e quindi è possibile salvare i propri beni o parte degli stessi.

Le conseguenze del coniuge o convivente di chi ha debiti

Nel caso in cui un coniuge non paghi i propri debiti, i creditori potranno avviare la procedura esecutiva per avere il denaro che gli spetta, ma non potranno scegliere liberamente su quali beni rivalersi, soprattutto se il debitore ha scelto il regime di separazione legale con l’altro coniuge.

Per i coniugi in comunione dei beni, come prima cosa i creditori dovranno aggredire i beni personali del singolo coniuge e nel caso in cui non fossero sufficienti a ripagare il debito, potranno agire sui beni facenti parte della comunione, ma solo per la metà di quanto spetta al coniuge del debitore dei (art. 190 c.c.). In nessun caso potranno aggredire i beni personali dell’altro coniuge.

Per i coniugi in regime di separazione dei beni c’è maggior tutela dei beni di ciascun coniuge e questo è vantaggioso soprattutto nel caso in cui uno dei due subisca una crisi finanziaria. In questo caso si conserva anche la proprietà esclusiva dei beni acquistati prima del matrimonio e si risponde dei propri debiti personali e di quelli che ha acquistato.

E’ possibile approfondire l’argomento in questo articolo: i debiti del coniuge.

Si può cancellare un debito senza rischi e sanzioni?

Le soluzioni per chi ha problemi di debiti esistono. Basta affidarsi a consulenti preparati, come noi di RiAnalisi che possiamo consigliarti la soluzione più adatta al caso specifico.

Sostanzialmente esistono due valide alternative per risolvere i propri problemi di debiti:

Il debitore può trattare privatamente con la finanziaria o la banca dimostrando le proprie difficoltà momentanee. Molto spesso si trova un accordo per pagare un importo ridotto e immediato o un pagamento con un’ulteriore dilazione nel tempo.

  • Legge sul sovraindebitamento aggiornata

In Italia già da 10 anni, grazie alla Legge 3/2012, è possibile uscire dal sovraindebitamento.
Dallo scorso luglio 2022 è entrato in vigore il nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza che ha riformato completamente la legge 3/2012 sul sovraindebitamento e la legge fallimentare.

In particolare, per quanto riguarda il sovraindebitamento, esistono 4 procedure a cui si può ricorrere in base alla propria situazione e a requisiti soggettivi e oggettivi.

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DATA PUBBLICAZIONE:
16 Marzo 2023